Finalmente nel 1980, per la prima volta, la stampa nazionale si occupa del nostro caso; e lo fa proprio il giornalista Maurizio Costanzo sul suo giornale “L’OCCHIO”. Successivamente, più volte e da più parti stimolato a riproporre l’argomento nel suo programma televisivo “Il Maurizio Costanzo show” su Canale5, non ha mai più voluto o potuto riprenderlo, poiché la malattia dei miei figli non era più la “malattia misteriosa”, ma bensì era stata diagnosticata essere “una reazione avversa al vaccino antipolio”. Perché questo argomento è diventato“TABU”  per una trasmissione come la sua che ha  trattato sempre anche temi molto scottanti ?

Articolo apparso sulla rivista Norvegese “Allers” il 27 maggio 1987

 

Fra le altre anche la stampa Norvegese si occupa del nostro caso

 

La stampa nazionale ed internazionale si è occupata spesse volte del nostro caso

ANDREA

ALBERTO

La copertina della rivista Norvegese “Allers”

RITAGLI DI CRONACA DI VARI GIORNALI

 

 

Di solito fanno un accenno fugace della notizia ma subito intervistano un qualunque medico, (logicamente retribuito da “qualcuno”), che minimizza l’accaduto e rassicura con parole ed argomentazioni suadenti la gente comune che  rimane nella bonaria ignoranza sullo specifico  e distrattamente accoglie integralmente le superficiali rassicurazioni senza verificare mai ciò che realmente è accaduto e perché è accaduto.

Sono milioni i casi di danni dovuti ai vari vaccini in Italia e nel mondo, ma la disinformazione in merito domina sovrana. Non solo, ma di solito questo “qualunque medico” (sempre logicamente lautamente retribuito da “qualcuno”) tenta ancora di pubblicizzare e di far conoscere altri vaccini magari non ancora resi obbligatori ma semplicemente raccomandati terrorizzando i lettori su possibili quanto mai terribili conseguenze che incorre chi non si sottopone a quelle pratiche vaccinali per probabili atroci epidemie di malattie. Invece forse, queste presunte epidemie esistono solo nelle menti contorte di coloro che sono attenti ai profitti di chi produce e vende questi miscugli di sostanze anche tossiche, spacciati per formule magiche che prevengono qualunque malattia ma che in realtà, in alcuni casi, si sono rivelati essere micidiali armi letali.

La logica di questi avvenimenti è, secondo me, quella di far prevalere sempre ed ovunque l’economia di mercato alla vera prevenzione e alla protezione della salute dei popoli.

Si dice sempre che il vaccino è sicuro, che non produce danni, che serve a proteggere gli individui, ma quando succedono i danni, e ne succedono ormai in maniera abnorme, si minimizza l’accaduto, si tenta di nascondere, si distrae l’opinione pubblica dalla realtà dei fatti e si da un’informazione manipolata ovattata di rassicurazioni talvolta senza senso. La gente crede in questi “dogmi” in questi “paradigmi”  che chi ha interesse a supportare impone spudoratamente senza alcun ritegno all’attenzione del pubblico. Ma quando sarà che la gente incomincerà a pensare con la propria testa, quando sarà che si incomincerà a voler verificare il vero andamento dei fatti magari approntando serie ed approfondite ricerche epidemiologiche? A meno che qualche astuto soggetto non ricorra perfino  all’invenzione di un “vaccino” per togliere all’individuo la possibilità  di pensare, di ragionare, di toccare con mano “una verità” così crudele e spietata. Vogliamo aspettare forse fino a che prima o poi  questa amara esperienza avrà coinvolto, direttamente o indirettamente, molti altri soggetti?

 

Facciamo pressione sui media perché diano uninformazione corretta ed approfondita dei molteplici e gravi danni causati dai vaccini . Se vogliono, lo possono fare, perché anche loro o qualche loro familiare, un domani, potrebbe scoprirsi “VITTIMA” della stessa disinformazione che spesso viene da loro stessi divulgata.

 

I GIORNALI non approfondiscono mai sufficientemente 

l’argomento dei numerosi danni dovuti ai vaccini, PERCHE?

Alberto e Andrea da piccoli

Alberto che beve per sonda

Alberto fa la ginnastica respiratoria

Alberto col fratello Luca

Il primo giornale “L’Occhio”